un po’ di me

Non so quando ho scelto di fare l’attrice, ricordo solo che da piccola facevo l’imitazione di Andreotti come nel film di Pif…

Ho imparato presto a parlare e a raccontare storie. Dicono che già a un anno e mezzo padroneggiassi una bella parlantina. No, non voglio ammantare la mia biografia di tratti epici, sia chiaro! Ci sono le registrazioni che mia madre faceva su un’audiocassetta e che custodisce gelosamente in qualche angolo della casa, unica e inequivocabile prova testimoniale delle mie “prodigiose” conquiste cognitive.

A 13 anni vinco un premio di teatro scolastico e da allora ho iniziato a giocare sul serio.
Un paio d’anni dopo mettiamo su, insieme ad altri compagni della mia età, un piccola compagnia teatrale. Portiamo in scena Molière, Eduardo, adattiamo opere veriste, proviamo, commissioniamo scenografie a qualche falegname, facciamo promozione, vendiamo i biglietti (impariamo a conoscere la Siae!), riempiamo più e più volte il teatro del paese…
Poi si arriva alla maggiore età. Chi resta a Bari, chi va a Milano… Io scelgo Roma.

Frequento l’Università, mi laureo in lettere con 110 e lode, frequento corsi di teatro e laboratori perché all’Accademia non mi hanno preso. Ma non mi perdo d’animo: ci riprovo quando alla “Silvio d’Amico” pubblicano un bando per un Master in Critica Giornalistica e così in Accademia ci entro, non dalla porta principale ma dalla finestra.
Entro a contatto con i professori dei corsi, Mario Ferrero, Giuseppe Rocca, Monica Vannucchi e con critici teatrali che mi hanno insegnato ad affinare l’occhio e a “guardare bene” il Teatro: Gianfranco Capitta, Rodolfo Di Giammarco, Massimo Marino. In quegli anni ho visto tanto teatro e tanto cinema!
Intanto faccio provini, mi prendono in qualche produzione teatrale e intanto arrivano i primi piccoli ruoli al cinema e in tv.

Mentre decido di laurearmi ancora in Editoria e Scrittura alla Sapienza, frequento per un periodo quel frizzante opificio di idee e arti che è la Libera Università di Alcatraz messa su da Dario Fo, Franca Rame e Iacopo.
Abbiamo vissuto con loro, imparato da loro, condiviso idee e pensieri con loro. Quelle lezioni in cui il Maestro ti faceva leggere la ‘Storia della Tigre’ mentre con la voce, in sottofondo, emetteva suoni e ritmi, improvvisava, jazzava dando vita a duetti spiazzanti e meravigliosi, mi hanno insegnato quasi tutto quello che so della recitazione.

Questi i miei primi Maestri, quelli che ho fissato in cima al mio Pantheon.
Ma da tanti altri ho imparato, rubato: Jean Paul Denizon, Gian Battista Diotaiuti, Elena Bucci, Massimo Verdastro, Marinella Anaclerio, Flavio Albanese, Paolo Panaro, per citarne alcuni.
Gli altri li cerco ogni giorno. Con curiosità e desiderio. E spesso ho la fortuna di trovarli.